Il lavoro del tecnico veterinario è fatto di competenze pratiche, gestione di terapie e supporto in clinica, ma anche di forti emozioni. Ogni giorno ci si trova a vivere gioie e difficoltà: dalla felicità di vedere un animale guarire, al dolore delle eutanasie, fino al confronto con chirurgie, sangue e ferite complesse che possono risultare disturbanti.
Saper unire cuore e camice significa trovare un equilibrio tra empatia e professionalità, imparando a gestire lo stress emotivo senza perdere la propria umanità. In questo articolo vedremo come affrontare le sfide emotive di chi lavora in clinica, con strategie concrete che ho messo in pratica nei miei due anni in clinica e riflessioni sul valore di questo mestiere.
Il lato emotivo della professione di Tecnico Veterinario
Ogni giornata in clinica porta con sé emozioni contrastanti. Ci sono i momenti belli: un cane che torna a scodinzolare dopo una terapia riuscita, un gatto che riprende a mangiare, la gratitudine dei proprietari. Ma ci sono anche situazioni più pesanti: assistere animali gravi, affrontare diagnosi difficili o accompagnare una famiglia nel doloroso momento dell’eutanasia.
Un aspetto spesso sottovalutato è l’impatto delle chirurgie e della gestione delle ferite. Per un tecnico veterinario non è raro trovarsi di fronte a interventi complessi, fratture esposte, traumi importanti o ferite che possono risultare disturbanti a un occhio non abituato. In questi momenti bisogna saper mettere da parte l’impressione visiva per concentrarsi sulla tecnica, sull’assistenza al chirurgo e, soprattutto, sulla sicurezza del paziente.
Provare emozioni non è segno di debolezza, ma di umanità. Emozionarsi davanti a un animale sofferente o commuoversi quando un paziente migliora significa mantenere vivo il lato più autentico di questo lavoro: l’amore per gli animali.
La chiave sta nel distinguere tra il “sentire” e il “farsi travolgere”. Non bisogna reprimere le emozioni, ma imparare a riconoscerle e gestirle, trovando un equilibrio tra empatia e professionalità.
Strategie per gestire le emozioni
Ogni tecnico veterinario sviluppa con il tempo strategie personali per affrontare le sfide emotive della professione. Alcune possono essere utili a tutti:
- Distacco professionale sano: significa mantenere la lucidità durante procedure complesse senza smettere di provare empatia. Vedere sangue, ferite o interventi chirurgici può colpire all’inizio, ma con l’esperienza si impara a concentrare l’attenzione sul gesto tecnico, trasformando il “disgusto” in focus professionale.
- Routine di decompressione: al termine della giornata, è importante trovare spazi per sé stessi. Una camminata, un hobby, scrivere le proprie emozioni: piccoli gesti che aiutano a scaricare tensioni accumulate.
- Supporto dei colleghi: condividere esperienze, parlare apertamente delle difficoltà emotive, sostenersi a vicenda riduce il senso di solitudine e normalizza ciò che si prova.
- Formazione e preparazione: più competenze si acquisiscono, più si riduce la sensazione di insicurezza che alimenta lo stress. Sapere cosa fare, anche davanti a ferite complesse o chirurgie delicate, aumenta la fiducia in sé stessi.
Il rapporto con i proprietari
Accanto alla cura degli animali, una parte significativa del lavoro del tecnico veterinario riguarda il rapporto con i loro proprietari. Non bisogna dimenticare che, dietro ogni paziente, c’è una persona che spesso vive con ansia, preoccupazione o dolore la malattia del proprio compagno a quattro zampe. Ed è proprio in questi momenti che la capacità di comunicazione del tecnico diventa fondamentale.
Un proprietario può arrivare in clinica con mille emozioni: paura di una diagnosi grave, stress per un’urgenza, rabbia legata ai costi o alla situazione, o ancora profonda tristezza davanti a una prognosi difficile. Il tecnico veterinario è spesso la prima persona con cui entra in contatto e questo significa che deve saper accogliere, ascoltare e rassicurare, senza però lasciarsi travolgere.
La comunicazione deve essere chiara, semplice e rispettosa: spiegare una terapia, illustrare come somministrare un farmaco a casa, aggiornare sull’andamento di un ricovero. In alcuni casi basta un sorriso, una frase rassicurante o la disponibilità ad ascoltare qualche minuto in più per creare un legame di fiducia che rende più sereno tutto il percorso di cura.
Allo stesso tempo, è importante mantenere un confine professionale. Il tecnico veterinario deve ricordare che il suo ruolo non è quello di assorbire tutto il dolore o l’ansia dei clienti, ma di essere un punto di riferimento pratico e competente. Offrire empatia sì, ma senza farsi carico emotivamente di tutto ciò che i proprietari vivono. Questo equilibrio permette di essere di supporto, senza rischiare di esaurirsi.
Il rapporto con i proprietari è un aspetto tanto delicato quanto prezioso: gestito nel modo giusto, diventa un ponte di fiducia che rafforza il legame tra clinica e cliente, e che fa sentire gli animali e le loro famiglie davvero accolti e compresi.
Cuore e camice: trovare l’equilibrio
Il lavoro del Tecnico Veterinario è un esercizio quotidiano di equilibrio tra ciò che si prova e ciò che si deve fare. Non è raro trovarsi davanti a ferite complesse, chirurgie delicate o situazioni cliniche che possono impressionare. In quei momenti, il cuore istintivamente reagisce con paura, dispiacere o ansia, ma il camice richiama alla lucidità, alla tecnica e alla responsabilità verso il paziente.
Trovare l’equilibrio significa imparare a non lasciarsi destabilizzare da ciò che si vede, ma nemmeno a chiudersi emotivamente. Vuol dire affrontare la sofferenza con la forza necessaria per continuare a lavorare con precisione, senza perdere la capacità di provare empatia. Significa anche riconoscere il valore delle piccole vittorie quotidiane: un cane che finalmente accetta di mangiare, un gatto che ricomincia a muoversi dopo un intervento, un proprietario che sorride sollevato grazie alle cure ricevute.
Non si tratta di diventare freddi o insensibili, ma di trasformare le emozioni in una spinta positiva. Ogni difficoltà, ogni sfida emotiva, può diventare un motore che ci spinge a fare meglio, a crescere come professionisti e come persone. È in questa capacità di canalizzare le emozioni senza lasciarsene travolgere che si trova la vera essenza del “cuore e camice”.
Ecco 10 consigli utili e semplici da mettere in pratica quando le emozioni rischiano di prendere il sopravvento:
- Respira profondamente: fermati qualche secondo e concentra l’attenzione sul respiro per calmare la mente.
- Prenditi una pausa breve: anche solo 2 minuti lontano dalla sala possono aiutare a recuperare lucidità.
- Parlane con un collega di fiducia: condividere ciò che provi alleggerisce subito il peso emotivo.
- Ricorda il tuo ruolo: non sei insensibile se ti concentri sul lato tecnico, stai facendo la tua parte per aiutare l’animale.
- Trova un rituale di decompressione: una camminata, una tisana, ascoltare musica… crea un gesto che segna la “fine del turno emotivo”.
- Scrivi ciò che provi: mettere nero su bianco paure e difficoltà ti aiuta a rielaborarle.
- Accetta i tuoi limiti: non puoi salvare tutti, e riconoscerlo è parte della maturità professionale.
- Concentrati sui piccoli successi: ogni miglioramento di un paziente è una vittoria, anche se sembra minimo.
- Fatti forza con la formazione: più competenze hai, più sicurezza sentirai anche nelle situazioni emotivamente forti.
- Cerca momenti di leggerezza: ridere con i colleghi o concederti qualcosa che ti piace ti ricorda che la vita non è fatta solo di dolore.
Col tempo, questi piccoli accorgimenti diventano una vera e propria “cassetta degli attrezzi emotivi”, utile per affrontare le giornate più difficili senza perdere il lato umano che rende speciale questa professione.
“Cuore e camice” non rappresenta un conflitto, ma un binomio indissolubile che racconta la vera natura del tecnico veterinario. Da una parte c’è la professionalità: le conoscenze, le competenze pratiche, la capacità di muoversi in contesti clinici complessi. Dall’altra c’è l’umanità: l’empatia verso gli animali, la sensibilità nei confronti dei proprietari, la passione che dà senso a ogni turno, anche ai più impegnativi.
Gestire le emozioni non significa eliminarle o ignorarle, ma viverle con consapevolezza, accettando che fanno parte del mestiere e che, se ben incanalate, possono diventare una risorsa. Un tecnico che si prende cura del proprio equilibrio interiore è anche un tecnico più forte, più stabile e più capace di prendersi cura degli animali che gli vengono affidati.
Per questo, ricordarsi ogni giorno che curare se stessi è parte integrante del curare gli altri non è un atto di egoismo, ma una condizione essenziale per continuare a svolgere questo lavoro con passione, dedizione e, soprattutto, con il cuore.







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